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Rocca Pia, il ‘castello’ di Tivoli: storia, biglietti e consigli per la visita

Tivoli – Rocca Pia: orari, costi e giorni di apertura

La Rocca Pia è aperta al pubblico ogni sabato e domenica e in alcuni giorni festivi. E’ possibile visitarla accompagnati dalla guida e le visite (massimo 20 persone) partono ogni 30 minuti dalle ore 10.15 alle 15.30.

E’ possibile prenotare il turno di visita al numero +39 0774 382733. Al momento l’ingresso è gratuito ma potrebbe subire delle variazioni.

Storia della Rocca Pia, il castello di Tivoli

La Rocca Pia sorge in un’area complessa, che oggi primeggia il centro città ma che ai tempi della costruzione era fuori dalle mura cittadine. Nella zona est, ora occupata dal parcheggio multipiano di Piazzale Matteotti, sono stati ritrovati i resti di una vasta necropoli risalente all’Età del Ferro. Di fronte l’attuale ingresso al Castello, è invece visibile e ben conservato il poco che resta dell’ antico Anfiteatro di Bleso. Facilmente riconoscibile dalla forma ‘ellittica’, l’anfiteatro romano ha pagato un prezzo alto nella costruzione della Rocca Pia. Infatti, per scongiurare il rischio di attacchi è stato livellato e raso al suolo, così da rendere la zona inospitale ai nemici.

E’ molto probabile che la scelta della posizione sia stata dettata dal fatto che lì sorgeva il castello di Callisto III Borgia. Sfruttando le preesistenti sostruzioni, Papa Pio II Piccolomini, decise di affidare agli architetti Varrone e Niccolò (allievi del grande Filarete) il progetto per la Rocca.

Perché nasce la Rocca Pia?

Era l’anno 1461 e Pio II, per la prima volta in visita a Tivoli, volle dare un segnale forte alla cittadinanza e alle famiglie nobili che fino ad allora si erano contese il territorio.

Dopo secoli di guerre, in cui la Tibur Superbum ha tentato di rivendicare l’indipendenza comunale, la città si arrese al potere pontificio. A memoria di ciò, sul portale ancor si legge questa iscrizione:

Grata bonis, invisa malis, inimica superbis sum Tibure: enim sic Pius instituit

Grata ai buoni, invisa ai malvagi, nemica ai superbi, sono per te a Tivoli, poiché così volle Pio

Per la città stava iniziando una nuova epoca, di pace. Le lotte intestine tra partito guelfo e ghibellino e fra le casate Orsini e Colonna dovevano terminare in nome di quella rinascita che ormai, dalle grandi città, si stava propagando ovunque.

Dunque, la Rocca Pia nasce con lo scopo di proteggere la città da eventuali attacchi esterni. Dalle torri è possibile controllare facilmente il territorio circostante, sia verso Roma che verso le colline circostanti. Inoltre, da quella posizione, era semplice controllare anche i cittadini e gli eventuali tumulti interni.

La Rocca Pia: struttura architettonica

La costruzione andò avanti fino alla fine del XV secolo, sotto i pontificati di Sisto IV e Alessandro VI. Alcune modifiche vennero ultimate con Giulio II nei primi del 1500 ma si dovette attendere la realizzazione della Villa D’Este per il cardinale Ippolito, per vedere questo complesso davvero funzionante ed integrato in un progetto urbanistico più ampio.

La struttura è realizzata con blocchi di tufo (roccia magmatica locale) ed è composta dalle classiche 4 torri unite fra di loro da alti muraglioni. All’interno un cortile rettangolare dal quale si accede alle torri che hanno misure diverse a seconda dello scopo. Molti materiali sono di riuso e vennero presi dall’anfiteatro di Bleso.

Il torrione maggiore, proiettato verso Roma è alto 36,50 metri e contiene sei stanze sovrapposte. Il secondo, alto 25,50 metri, contiene 5 stanze e i due torrioni minori, collocati verso la città, misurano 18 metri ciascuno e contengono solo 3 stanze sovrapposte.

La struttura ha subito delle modifiche, ma ai tempi della realizzazione era presente anche un ponte levatoio (oggi l’apertura è murata ma visibile nelle mura ad est) e due avancorpi quadrangolari a difesa dell’ingresso principale.

Rocca Pia: fortezza, carcere e abbandono

Pio II, puntando su una struttura con una forte connotazione medievale, con merlature e archetti pensili, aveva intenzione di creare una struttura difensiva in linea con le moderne armi da fuoco.

Le spesse mura servivano per ospitare le bocche di fuoco, dei ‘cannoni’ in grado di sparare a distanze chilometriche. La struttura difensiva, così pensata, risultò presto ‘antica’ rispetto alle moderne tecniche di guerra ed iniziò ad essere usata per altri scopi.

Quando il cardinale Ippolito D’Este fu nominato governatore della città, la Rocca Pia entrò a far parte di un progetto architettonico ed urbanistico più ampio. La costruzione della monumentale Villa d’Este, inaugurata nel 1572, richiedeva spazi anche per la difesa e il Castello risultò perfetto svolgere finalmente questa funzione. Proprio sotto la Rocca furono costruite le Scuderie Estensi che ospitavano i cavalli che il cardinale usava principalmente per le sue battute di caccia.

Non fu mai utilizzata in maniera costante e per scopi precisamente difensivi. I francesi e gli austriaci la occuparono nel Settecento, usandola come caserma. Poi, in età napoleonica acquisì la funzione di carcere fino al 1960.

Alcuni abitanti di Tivoli ancora ricordano i detenuti che si ‘affacciavano’, dalle grate delle torri. Con la dismissione del carcere la Rocca Pia fu praticamente abbandonata restando una specie di leggenda per tutti i tiburtini.

Finalmente, dopo anni di progetti caduti del vuoto, dal 13 dicembre 2018 il Castello di Tivoli è visitabile ed è stato riconsegnato al Comune di Tivoli dal Demanio. La bandiera amaranto blu della città di Tivoli, sventola sulla torre più alta, dominando tutta la vallata sottostante fino a Roma.

Ilaria

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