Arco di Quintiliolo: storia e significato dell’opera

Tivoli, città d’arte e patrimonio dell’UNESCO, è piena di storia. Si pensa che il primo insediamento risalga al 1215 a.C., tanto per darvi un’idea. Rivale di Roma sin dalla nascita, in età imperiale fu da quest’ultima soggiogata ed abbellita. Tante meraviglie che sorprendono piacevolmente il turista una volta arrivato a Tivoli, risalgono all’epoca imperiale come, per esempio, Villa Adriana. Ma oggi vi vogliamo parlare di un’arco, situato lungo la via Quintilio Varo, poco prima di entrare nella città di Tivoli, l’arco di Quintilio Varo. I Tiburtini lo chiamano Arco di Quintiliolo. Vedremo la sua storia e il suo significato.

L’arco di Quintilio Varo: la storia

In realtà quest’arco, che prende il nome dalla via su cui venne costruito, ha poco a che fare con la famiglia patrizia dei Varo.

Senatori da generazioni, Publio Quintilio Varo, intraprese la carriera politica grazie alla sua amicizia e devozione all’imperatore Augusto. Sotto il suo mandato, ricoprì importanti ruoli di prestigio sia in Africa che in Siria.

La sua caduta fu però una delle più disastrose: nel 7 d. C. venne inviato in Germania e poco dopo perse, nella battaglia di Teutoburgo, le tre legioni e le numerose coorti ausiliarie dell’esercito romano. È rimasta negli annali la frase che lo stesso Augusto disse in merito a quella pesante sconfitta: “Quintili Vare, redde mihi legiones!” (Quintilio Varo, rendimi le mie legioni!).

A Tivoli esiste anche una Villa di Quintilio Varo che, per estensione, è seconda sola a Villa Adriana di cui, purtroppo, rimane ben poco!

Ma la storia del nostro arco risale a molti anni dopo e non ha a che fare con battaglie e vittorie romane come lo è per l’arco di Tito o quello di Costantino a Roma.

L’arco di Quintiliolo e Villa Gregoriana

L’arco di Quintiliolo, come affettuosamente lo chiamano i soli tiburtini, fu probabilmente costruito agli inizi del 1800. Era un’arco di forma gotica realizzato probabilmente in legno, rivestito di travertino (una roccia sedimentaria calcarea di tipo chimico), il materiale per eccellenza utilizzato in edilizia.

La sua realizzazione avvenne in concomitanza dei lavori di deviazione del letto del fiume Aniene per volontà di Papa Gregorio XVI. Sua fu anche la realizzazione del Ponte Gregoriano e della Villa omonima.

Per conoscere meglio la storia di questa Villa leggete l’articolo Villa Gregoriana a Tivoli.

Il Pontefice Gregorio XVI volle realizzare un progetto che consisteva in un doppio traforo delle pareti del Monte Catillo nel quale convogliare le acque del fiume.

Lo sbocco del traforo diede vita a una cascata straordinaria, di ben 120 metri, la seconda in altezza in Italia.

Per conoscere la storia di questi lavori, perché furono necessari e cosa ne risultò, leggete la grande Cascata di Tivoli: la storia e le origini.

Dove ora si può ammirare l’arco di Quintiliolo, si fermò il Papa insieme a vari reggenti a conclusione della grande opera idraulica e ingegneristica, in un giorno di giubilo e festa per i cittadini di Tivoli, per l’inaugurazione di questa enorme Cascata artificiale. Fu probabilmente uno degli archi che costituivano il ‘Trono’ di Papa Gregorio XVI.

Arco di Quintiliolo: la sua importanza oggi

Tra il 1919 e il 1921 venne sostituito da un nuovo arco in cemento rivestito di travertino.

Una curiosità: fu costituito un comitato cittadino per la raccolta dei fondi necessari per i lavori di restauro ma non si arrivo a realizzare l’intera la somma. Al fine di coprire le spese, il comitato vendette un pianoforte e diverse suppellettili e alcuni membri del Comitato dovettero pagare personalmente migliaia di lire senza avere la possibilità di veder ultimato il lavoro. Infatti si realizzò solo la parte inferiore in travertino, mentre la parte superiore (completata negli anni 50) fu costruita in cemento e muratura.

Dal 1955, l’arco di Quintiliolo è divenuto tappa importante del viaggio che la statua della Madonna di Quintiliolo percorre dal Santuario omonimo fino alla cattedrale di Tivoli. La prima volta che qui si fermò la statua e tutta la processione, fu per il secondo centenario dell’incoronazione della Madonna avvenuta in data 8 giugno 1755. In questa tappa l’icona viene trasferita su un’altra macchina processionale del Settecento. Trasportata da questa macchina imponente, la Madonna fa il suo ingresso trionfale nella città di Tivoli.

Ora che sapete la storia di quest’arco, quando lo incontrerete sulla strada per Tivoli, non passategli accanto senza nemmeno dargli uno sguardo. Pensate a quello che ha simboleggiato e continua a simboleggiare per gli abitanti di Tivoli: un giorno di giubilo e festa!

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